![]() Queste norme imponevano ai vescovi, oltre agli altri doveri di governo, di vistare le loro mistiche spose, le diocesi, ogni anno o almeno ogni due anni, se vaste, di persona o mediante loro delegati. Il Santo, dopo aver emanato, il 12 giugno 1566, L’Editto de visitatione, iniziò quest’opera provvidenziale di rinnovamento della Chiesa dalle parrocchie cittadine, in ordine di importanza, il Duomo, S. Ambrogio, S. Nazaro e S. Lorenzo. Per vicinanza passò dalla visita canonica di S. Ambrogio a quella della parrocchia collegiata et insignis di San Lorenzo, accompagnato dal notaio e cancelliere, Giovanni Pietro Scotti, il quale nel seguente modo solenne cominciò la registrazione dell’avvenimento: “1567, mercoledì 9 aprile di mattina L’Illustrissimo e Reverendissimo Cardinale Borromeo arcivescovo di Milano dopo aver terminato la visita della chiesa collegiata di S. Ambrogio maggiore di questa Alma Città di Milano, accompagnato ancora dal solito suo seguito, passò a visitare la chiesa collegiata di San Lorenzo maggiore della predetta Città, ricevuto dal prevosto e dai canonici residenti con gli onori solenni dovuti…”Entrato nella basilica vetus, visitati le cappelle, gli altari, il battistero e la sacrestia, sentiti il prevosto, i canonici, i cappellani e i chierici addetti alla parrocchia collegiata, l’Arcivescovo si trasferì nelle chiese sussidiarie di S. Pietro di Ronchetto e di S. Nazaro della Barona, che saranno contemporaneamente, con felice gemellaggio, elevate a parrocchia. Lo Scotti annotò: “…il luogo di Ronchetto Inferiore… raccoglie 90 famiglie. ( La chiesa di S. Pietro ) è consacrata, lunga braccia 25 e larga braccia 12, è ben conservata e coperta, anche se solo la cappella maggiore è pavimentata. Il Sacramento dell’Eucaristia si trova in un tabernacolo di rame indorato posto presso una finestra a lato dell’altare maggiore e viene conservato solamente dal principio della Quaresima alla festa di San Michele nel mese di settembre. Vi è un libro dei battesimi, e assieme dei matrimoni, di debole rilegatura. I sacri olii sono conservati nei vasetti voluti dalle norme del Concilio. Non esiste il Battistero. Il sacrario si trova in un angolo, coperto da un’asse. Il cimitero è sbarrato da legni, ma vi possono entrare le bestie. Questa chiesa non ha redditi. Il rettore stipendiato è il sacerdote Bernardo Radici di Casorate Primo, di 40 anni, il quale attestò di avere l’ufficio a Casorate, ma poichè fu ordinato prete nel 1550 a titolo del (suo) patrimonio, non gode di alcun beneficio. Questo rettore celebra la messa a Ronchetto una volta la settimana e in ogni festività e vi amministra tutti i sacramenti. Gli abitanti di Ronchetto Inferiore e di Ronchetto Superiore e di quello Medio, tutti frequentatori di questo oratorio, pagano 60 lire imperiali annue al detto rettore e tutti concorrono alla manutenzione di questa chiesa. Nella chiesa vi sono tre altari, cioè: l’altare maggiore (dedicato) a S. Pietro, un altro altare con lo stesso titolo e il terzo dedicato alla Vergine Maria di fronte all’altare maggiore, costruito in fondo alla chiesa in un luogo indecoroso, chiuso da cancelli di legno, senza statua, ma con qualche pittura murale, difesa da una grata di ferro. Il campanile ha due campane. La chiesa ha unita una piccola casa con un pezzetto di giardino e un cortile dove in tempo di peste furono sepolti i cadaveri: in essa alloggia il predetto rettore. Nella chiesa vi sono mobili e paramenti, in particolare: << Un palio, con una pianeta et soi fornimenti di damasco cremisi, con San Pietro nel mezo. Una pianeta d’oro falso con il suo fornimento Pianeda una di Damasco morello con la croce sopra de rossa Pianede doi di saglia una con la corice sopra de et l’altra con la croce rossa. Pallio uno di rasso bianco gialdo Pallij doi di coijro (cuoio) indorato Camisij n° 3 forniti Una stola di saglia turchina Uno manipolo di tela Tovaglie n° 6 tra bone e fruste Calici doi con le sue patene Mantili d’altare n° 6 Doi sachete di tela biancha per il calice Croce doi di ottone per l’altare Para 3 candelieri de ottone Paro uno d’Angioli indorati Cancelle (?) 2 indorati Massali doi Ambrosiani Messale uno Romano rotto Para doi Candelieri di legno Palio uno di Tella damascato Palio uno di saglia negra Palio uno di panno turchino Bacile doi di ottone, cioè una grande et l’altra picola Lampade 4 di ottone Lampada una di christallo Uno Sacramentario Uno palio rosso con sopra la figura della m. (Madonna?) Libro uno da canto fermo per la festa di S.to Pietro Para 2 corporali con una borsa Uno crucifisso grande nel mezo della chiesa Uno turribolo di ottone piccolo Pace n° 3 di legno Uno lettorino di legno Uno para di scancelle (divisori?) di legno fruste Paro uno di sacheto verde per fest. (festività?) Uno vello bianco grande et uno picolo lavorato Paneti di seda per il calice n° Uno tabernacolo d’ottone indorato per il Sacramento >> Come ben appare dall’inventario sottoscritto di sua mano dal predetto rettore. Visitato l’alloggio del rettore, vi abita una domestica di 60 anni che il rettore disse di avere a servizio da più di tredici anni: dall’aspetto quella donna non sembra avere tutti quegli anni e si sospetta male di lei, almeno per l’età. Sui funerali, il rettore spiegò che nel seppellire i morti si attiene al Concilio (di Trento), eccetto che nell’uso dei palli della chiesa e di essere tenuto per convenzione nel seppellire i morti a chiamare il custode (del cimitero) un chierico, un sacerdote, un crocifero, i quali vogliono essere pagati eccetto che non vengano. Il chierico e il custode vogliono la stessa offerta del sacerdote. Gli abitanti pure di quel luogo si lamentarono che spesso fu necessario pagare più dell’ordinario. Il Rettore a sua volta si lamentò di non poter ancora servire a questa chiesa per la scarsità dello stipendio. Perciò gli abitanti predetti si offrirono di aumentare lo stipendio sino a 100 lire imperiali all’anno ovvero anche di costituire un beneficio congruo per la chiesa per elevarla a parrocchia separata da quella di S. Lorenzo”. Dopo Ronchetto, S. Carlo visitò Ronchettone e il suo oratorio: “…la chiesa di S. Materno… è lunga 12 braccia e larga 8 braccia – Il luogo di Ronchetto Superiore comprende 18 famiglie. Questa chiesa da ogni parte minaccia di rovinare. L’ingresso ha una sola porta. Ha un solo altare diroccato e costruito tuttavia in una cappella abbastanza decorosa. Si celebra una volta all’anno solamente, sempre nel giorno della festa (di S. Materno, il 18 luglio). Ha un solo paramento e questo di poco valore, un solo Messale, una Pietra sacra per celebrare la messa. Vi è un campanile con una sola campana.” S. Carlo, visto il luogo, visitate le chiesette, conosciuta la situazione e raccolte le lamentele, comprese la necessità di fondare la parrocchia, per la quale occorrevano però prima una ristrutturazione della chiesa per i fedeli e una sicurezza economica per il futuro parroco e le sue iniziative. Parlò sicuramente di questo con i capi famiglia, incaricò due dei suoi principali convisitatori il gesuita P. Leonetto Clivone e mons. Lodovico Moneta di discutere le modalità e di concludere l’accordo eventuale e, frattanto, emanò i decreti o ordines per la possibile elevazione a parrocchia: “Questa chiesa è sufficiente quando però debba essere eretta in parrocchia indipendente: il tabernacolo sia fatto di legno, ben lavorato, indorato e collocato sull’altare maggiore con la SS. Eucarestia da conservarsi sempre con davanti accesa una lampada e si osservino tutte le altre disposizioni per il tabernacolo e per l’Eucarestia come furono date nelle regole generali. Si eriga il Battistero di marmo o di pietra con il suo coperchio a forma di piramide. Si faccia il registro dei Battesimi, su cui non si scriva altro, così il registro dei matrimoni non contenga altri scritti. Il sacrario sia ermeticamente chiuso. Il cimitero sia difeso da muri per impedire l’ingresso alle bestie. Il sacerdote Bernardo Ricci come rettore di questa chiesa esibisca i suoi documenti di ordinazione e di consistenza patrimoniale e subisca l’esame (di parroco). L’altare della santa Vergine Maria costruito indecorosamente in fondo alla chiesa sia demolito. Riguardo alla chiesa e i paramenti si osservi tutto quanto è stato prescritto nelle norme generali. Si ordini al detto rettore di allontanare dalla sua casa l’attuale domestica. Per l’offerta dei funerali e per le spese dei funerali si osservino le disposizioni date nella visita della Collegiata. Gli abitanti di questo luogo costituiscano un beneficio sufficiente di almeno 200 lire imperiali annuali, perché questa chiesa sia eretta in parrocchiale separata dalla amministrazione di S. Lorenzo.” |